Come Gestire Backup e Proteggere i Tuoi Dati: La Guida Che Avresti Voluto Avere Prima

Tabella dei Contenuti

Sapevi che nel 2023 il costo medio di una violazione dei dati è stato di 4,45 milioni di dollari?
Infatti, con la crescita esponenziale dei dati e l’aumento degli attacchi ransomware, come gestire backup è diventata una sfida cruciale per ogni organizzazione. Particolarmente preoccupante è il fatto che solo l’11% delle aziende effettua backup quotidiani dei propri dati.
In particolare, la regola del backup 3-2-1, raccomandata dal governo degli Stati Uniti, rappresenta oggi lo standard per un backup aziendale efficace. Tuttavia, con server che contengono milioni di file e la necessità di backup ogni 15 minuti per le applicazioni critiche, è fondamentale avere una strategia ben strutturata.
In questa guida, esploreremo insieme le migliori pratiche per proteggere i tuoi dati, dall’implementazione di soluzioni automatizzate alla difesa contro le minacce informatiche più recenti. Sei pronto a mettere al sicuro i tuoi dati?

I Rischi della Perdita di Dati

La perdita di dati rappresenta una minaccia concreta per qualsiasi organizzazione. Mentre molti considerano il backup aziendale un semplice costo operativo, in realtà è un investimento cruciale nella continuità del business. Analizziamo insieme i rischi che corriamo quando non proteggiamo adeguatamente i nostri dati.

Impatto finanziario della perdita di dati
L’impatto economico di una violazione dei dati è aumentato drasticamente negli ultimi anni. Secondo IBM, nel 2023 il costo medio di un data breach ha raggiunto i 4,45 milioni di dollari, con un incremento del 2,3% rispetto ai 4,35 milioni del 2022. Questa tendenza preoccupante ha visto un aumento complessivo del 15,3% dal 2020, quando il costo medio era di 3,86 milioni di dollari.
Gli attacchi informatici comportano spese sia immediate che a lungo termine:

  • Costi immediati: pagamenti di riscatto (nel caso di ransomware), indagini forensi e implementazione di misure correttive per riparare e proteggere sistemi compromessi
  • Costi a medio termine: risarcimenti ai clienti colpiti, investimenti in nuove misure di sicurezza e spese legali
  • Costi a lungo termine: effetti che possono persistere per anni, con il 67% dei costi che si manifesta nel primo anno, il 22% nel secondo e l’11% anche dopo tre anni dalla violazione

In particolare, gli attacchi ransomware, la cui frequenza è aumentata del 41%, causano danni finanziari significativi, con un costo medio per le aziende di 4,54 milioni di dollari. Ancora più gravi sono gli attacchi distruttivi, che raggiungono costi di 5,12 milioni di dollari.
Inoltre, il settore sanitario ha registrato i costi più elevati, con una media di 10,93 milioni di dollari per violazione nel 2023. Più rapida è l’identificazione della violazione, minori saranno i costi: un’azienda capace di rilevare e contenere una violazione in meno di 200 giorni può risparmiare fino a 1,2 milioni di dollari rispetto al costo medio.

Danni alla reputazione aziendale
La reputazione aziendale rappresenta almeno il 25% del valore di mercato dell’impresa. Di conseguenza, il danno d’immagine derivante da una violazione dei dati può avere effetti devastanti e duraturi.
Secondo diversi studi, fino a un terzo dei clienti nei settori retail, finanziario e sanitario smetterà di fare affari con organizzazioni che hanno subito una violazione dei dati. Ancora più preoccupante, l’85% dei clienti racconterà ad altri la propria esperienza negativa e il 33,5% si sfogherà sui social media, amplificando esponenzialmente il danno reputazionale.
Il caso della catena alberghiera Marriott è emblematico: dopo la loro violazione dei dati, si è registrata un’impennata del 3.400% delle ricerche online relative a “Marriott data breach”, che è diventata la quarta query più frequente associata al marchio. Inoltre, l’azienda ha subito un crollo in borsa, segnale evidente della perdita di fiducia da parte degli investitori.
Il Ponemon Institute stima che il 36% del costo totale di un data breach derivi proprio dal calo delle attività dovuto alla perdita di fiducia dei clienti, equivalente a circa 1,35 milioni di euro. Quando un’azienda perde più del 4% della propria clientela, il costo della violazione può arrivare fino a 5 milioni di euro, il 45% in più rispetto alla media.

Conseguenze legali della mancata protezione
Le sanzioni per violazioni delle normative sulla protezione dei dati possono essere estremamente severe. Il Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati (GDPR) prevede due livelli di sanzioni amministrative:

  • Fino a 10 milioni di euro o al 2% del fatturato annuo globale per violazioni relative agli obblighi del titolare e del responsabile del trattamento
  • Fino a 20 milioni di euro o al 4% del fatturato annuo globale per violazioni più gravi relative ai principi fondamentali del trattamento e ai requisiti per il consens

Oltre alle sanzioni amministrative, l’articolo 82 del GDPR stabilisce il diritto al risarcimento per i danni materiali e immateriali subiti dagli individui a seguito di violazioni. Le aziende possono quindi trovarsi ad affrontare class action e richieste di risarcimento danni da parte dei soggetti coinvolti.
Non meno importante, l’articolo 84 del GDPR lascia agli Stati membri il compito di definire sanzioni penali che, a seconda della legislazione nazionale, possono includere multe, sanzioni o addirittura pene detentive nei casi più gravi di non conformità.
Infine, le autorità di controllo hanno anche il potere di imporre limitazioni o divieti di trattamento e di sospendere i flussi di dati verso paesi terzi, misure che potrebbero causare un totale blocco operativo per le aziende il cui core business si basa sul trattamento dei dati.
Come gestire backup in modo efficace diventa quindi non solo una questione tecnica ma una strategia fondamentale per proteggere il valore dell’azienda sotto ogni aspetto: finanziario, reputazionale e legale.

Analisi Costi-Benefici delle Strategie di Backup

Investire nelle giuste strategie di backup non è solo una spesa ma una polizza assicurativa per la continuità del tuo business. Oggi esploreremo come bilanciare costi e vantaggi quando si tratta di proteggere i dati aziendali, un aspetto fondamentale per capire come gestire backup in modo efficiente.

Budget per soluzioni di backup efficaci
Il costo delle soluzioni di backup varia notevolmente in base alle dimensioni dell’azienda e alle specifiche esigenze. Per le piccole e medie imprese, esistono opzioni gratuite che, tuttavia, offrono funzionalità limitate. Al contrario, le soluzioni a pagamento garantiscono maggiore flessibilità, scalabilità e sicurezza, elementi cruciali per un backup aziendale robusto.
Nella scelta della soluzione ideale, dobbiamo considerare diversi fattori:

  • Dimensione dell’organizzazione: Le piccole aziende possono trovare soluzioni economiche con capacità di archiviazione inferiore, mentre le aziende più grandi necessitano di capacità maggiori e requisiti più complessi
  • Funzionalità necessarie: Il prezzo aumenta proporzionalmente alle funzionalità richieste, come la deduplica, la compressione e l’automazione
  • Scalabilità: È fondamentale che il sistema possa crescere con l’azienda senza costi eccessivi

Un aspetto da non sottovalutare è la presenza di costi nascosti. I fornitori di servizi cloud, ad esempio, tendono ad addebitare tariffe contenute per il caricamento dei dati, ma molto più elevate quando questi vengono scaricati per il recupero. Inoltre, alcune soluzioni richiedono investimenti iniziali significativi per l’hardware, mentre altre prevedono abbonamenti mensili più gestibili per le PMI.

Valutazione del costo di inattività (downtime)
Passiamo ora all’analisi dell’altro lato della medaglia: quanto costa non avere un sistema di backup efficace? I numeri sono sorprendenti.
Secondo uno studio di Gartner del 2014, il costo medio del tempo di inattività è di circa 5.600 dollari al minuto. Ancora più allarmante, il Ponemon Institute nel 2016 ha innalzato questa cifra a quasi 9.000 dollari al minuto. Per le Fortune 1000, il downtime potrebbe costare fino a 1 milione di dollari all’ora.
Il costo varia significativamente in base al settore e alle dimensioni aziendali:

  • Per le piccole imprese, il costo si attesta tra 137 e 427 dollari al minuto
  • Per le medie imprese, un’ora di downtime può costare tra 10.000 e 50.000 euro
  • Per le grandi aziende, il costo può superare i 500.000 euro all’ora

In particolare, settori come quello bancario, sanitario e retail sono esposti a rischi maggiori, con costi medi superiori a 5 milioni di dollari all’ora. Amazon, il colosso dell’e-commerce, affronta costi stimati di circa 13,22 milioni di dollari per ogni ora di inattività.
È importante notare che questi costi non includono solo la perdita diretta di fatturato, ma anche spese associate alla ripresa delle attività, alla gestione delle emergenze e alle potenziali sanzioni legali.

ROI delle diverse soluzioni di backup
Investire in soluzioni di backup può sembrare oneroso, ma il ritorno sull’investimento è spesso significativo quando si considera il rischio associato alla perdita di dati.
Per calcolare con precisione il ROI dobbiamo considerare:

  1. Costi potenziali del downtime: Come abbiamo visto, anche pochi minuti di inattività possono costare migliaia di euro
  2. Costi diretti: Spese immediate come la perdita di fatturato e la riduzione della produttività
  3. Costi indiretti: Danni alla reputazione, perdita di clienti e spese legali
  4. Effetti a lungo termine: Conseguenze che possono persistere per anni

Un’analisi costi-benefici completa permette di prendere decisioni informate e massimizzare il valore dell’investimento nel lungo termine. Ad esempio, un piano di disaster recovery ben strutturato può ridurre significativamente i tempi di inattività, con un impatto diretto sul ROI.
La scelta tra diverse opzioni deve bilanciare costi, rischi e benefici. Tecnologie come la deduplica e la compressione ottimizzano lo spazio di archiviazione, mentre soluzioni scalabili permettono di controllare i costi man mano che i volumi di dati crescono.
Inoltre, definire obiettivi chiari come il Recovery Time Objective (RTO) e Recovery Point Objective (RPO) aiuta a ottimizzare gli investimenti. Un RTO di 24 ore potrebbe richiedere solo un’infrastruttura di backup standard, mentre un RTO di 5 minuti necessita di sistemi di failover in tempo reale, significativamente più costosi.

Automazione dei Processi di Backup

L’automazione rappresenta un elemento chiave nel migliorare l’affidabilità e l’efficienza del backup aziendale. Mentre pianificare i backup manualmente può sembrare sufficiente inizialmente, questa pratica diventa rapidamente insostenibile con l’aumento dei dati e la complessità dell’infrastruttura IT.

Strumenti per la pianificazione automatica
Esistono numerosi strumenti che permettono di automatizzare completamente il processo di backup, eliminando la necessità di interventi manuali. Per gli ambienti Windows, l’Utilità di pianificazione rappresenta un’opzione integrata che consente di programmare backup regolari. Per garantire la massima efficacia, è fondamentale impostare il servizio di pianificazione con avvio automatico, assicurando così che i backup vengano eseguiti anche dopo un riavvio del sistema.
Alternative più sofisticate includono:

  • Software dedicati: Soluzioni come Iperius Backup offrono pianificazioni intuitive e flessibili, permettendo di programmare backup basati su giorni della settimana, del mese o intervalli specifici
  • Soluzioni cloud-first: Strumenti come Druva e Cove Data Protection forniscono automazione completa con un approccio basato sul cloud
  • Sistemi integrati: NinjaOne e Acronis Cyber Protect Cloud combinano backup automatizzati con funzionalità di sicurezza avanzate

La vera potenza dell’automazione sta nelle sue opzioni di configurazione. Infatti, molti sistemi permettono di eseguire backup multipli nello stesso giorno, garantendo che anche le applicazioni critiche vengano protette adeguatamente.

Monitoraggio e notifiche in tempo reale
Non basta impostare l’automazione; è altrettanto importante monitorare continuamente l’integrità dei backup. Le soluzioni moderne offrono funzionalità di monitoraggio in tempo reale che avvisano immediatamente in caso di problemi.
Backup Radar, ad esempio, è specializzato nel monitoraggio automatico dei backup, recuperando dati tramite API per identificare eventuali falle nei processi di backup. Questo strumento consente di:

  • Individuare backup mancanti o non riusciti in tempo reale
  • Raggruppare e gestire automaticamente i ticket con avvisi dettagliati
  • Monitorare le tendenze degli errori attraverso report settimanali e mensili

I sistemi di monitoraggio più avanzati eseguono anche test regolari di ripristino per verificare che i backup siano validi e i dati possano essere recuperati senza problemi, garantendo così che la protezione dei dati sia realmente efficace.

Riduzione degli errori umani
Uno dei principali vantaggi dell’automazione è la significativa riduzione degli errori umani. Come evidenziato da diverse fonti, l’intervento manuale rappresenta uno dei maggiori fattori di rischio nei processi di backup.
L’automazione elimina problemi comuni come:

  • Dimenticanze nell’esecuzione dei backup programmati
  • Errori di configurazione durante procedure ripetitive
  • Inconsistenze nella gestione dei file di backup

Secondo gli esperti, implementare l’automazione dei backup rappresenta un vantaggio significativo per le PMI, poiché consente di risparmiare tempo e ridurre notevolmente il margine di errore. Inoltre, l’automazione assicura che le procedure vengano eseguite in modo coerente, migliorando la sicurezza complessiva dell’infrastruttura IT.
D’altra parte, l’automazione dal discovery all’impostazione delle policy garantisce anche che nessun carico di lavoro venga mai lasciato senza protezione, un problema comune negli ambienti IT complessi con backup gestiti manualmente.
Infine, per massimizzare l’efficacia dell’automazione, è fondamentale scegliere strumenti che si integrino facilmente con l’infrastruttura IT esistente, creando un ecosistema di protezione dei dati fluido e affidabile che richiede minima supervisione.

Backup Come Parte della Cybersecurity

Nel panorama delle minacce informatiche, i backup non sono più semplici copie di sicurezza, ma rappresentano un elemento strategico della cybersecurity aziendale. Un approccio integrato alla sicurezza richiede che la gestione dei backup sia pensata come parte di una strategia di protezione più ampia.

Integrazione con soluzioni antivirus e firewall
Oggi, l’approccio tradizionale basato su strumenti di protezione separati (backup, antimalware, gestione delle patch) non è più adeguato contro le moderne minacce informatiche. I sistemi di backup devono quindi integrarsi perfettamente con le altre soluzioni di sicurezza per creare un ambiente protetto a 360 gradi.
Un sondaggio del 2024 su 1.200 leader IT ha indicato tra le priorità la capacità di integrare backup e ripristino negli strumenti di sicurezza esistenti. Questa integrazione permette di:

  • Identificare tempestivamente attività sospette che potrebbero indicare un tentativo di compromissione dei dati
  • Verificare automaticamente l’integrità dei backup per assicurarsi che non contengano malware
  • Creare un sistema di difesa coordinato che risponda in modo unitario alle minacce

L’abilitazione dell’autenticazione a più fattori (MFA) sul server di backup rappresenta un ulteriore livello di sicurezza che protegge gli utenti da eventuali compromissioni. Inoltre, le soluzioni più avanzate offrono la possibilità di monitorare l’ambiente di produzione per rilevare attività sospette ed eseguire report per assicurarsi che tutti i carichi di lavoro siano protetti.

Backup immutabili contro gli attacchi informatici
I backup immutabili rappresentano una delle soluzioni più efficaci per proteggere i dati aziendali da attacchi informatici, errori umani o malfunzionamenti hardware. Nel 2023, il 93% degli attacchi informatici ha preso di mira specificamente i dati di backup, con tre quarti di questi attacchi che sono riusciti a compromettere i processi di ripristino delle vittime.
Un backup immutabile è una copia dei dati che, una volta creata, non può essere modificata o eliminata fino alla scadenza di un determinato periodo di tempo. Funzionando con un formato “write once, read many” (WORM), questi backup garantiscono che:

  • I dati non possano essere crittografati o alterati dal ransomware
  • Anche in caso di infezione della rete, i backup rimangano intatti
  • Gli attaccanti vengano scoraggiati dal prendere di mira l’organizzazione

Secondo il Report sulle tendenze nel ransomware 2023, l’82% delle organizzazioni che avevano subito attacchi informatici ora sfrutta tecnologie cloud immutabili, mentre il 64% utilizza dischi immutabili. La tradizionale regola del backup 3-2-1 si è evoluta nella regola 3-2-1-1-0, dove il primo “1” indica che una copia deve essere “offline” (isolata fisicamente o immutabile) e “0” rappresenta zero errori (backup testati e convalidati).

Strategie di difesa in profondità
La difesa in profondità è una strategia di sicurezza multilivello che combina controlli tecnici, fisici e amministrativi per proteggere i sistemi IT. Il principio fondamentale è che un’organizzazione non dovrebbe mai fare affidamento su una singola linea di difesa.
In questo contesto, i backup rappresentano l’ultima arma a disposizione di un responsabile IT aziendale per mantenere l’integrità dei dati. Tuttavia, per essere efficaci, devono essere integrati in una strategia di difesa stratificata.
Una strategia di difesa in profondità efficace include:

  • Prevenzione: Utilizzo di firewall, VPN e sistemi di autenticazione avanzata per limitare l’accesso
  • Rilevamento: Implementazione di sistemi di monitoraggio per identificare tempestivamente attività sospette
  • Contenimento: Segmentazione della rete per impedire il movimento laterale degli attaccanti
  • Protezione dei dati: Utilizzo di crittografia e backup immutabili
  • Risposta e ripristino: Strategie ben definite per mitigare i danni e ripristinare rapidamente le operazioni

Secondo uno studio di TechTarget, le organizzazioni che si affidano solo ai controlli nativi dei fornitori di cloud hanno il doppio delle probabilità (55%) di perdere i dati rispetto a quelle che utilizzano una combinazione di strumenti. Inoltre, le aziende che si affidano a un fornitore di servizi gestiti (MSP) hanno una probabilità tre volte inferiore di perdere dati rispetto a quelle che utilizzano solo i controlli nativi.
La sicurezza informatica, pertanto, sta puntando forte sull’automatizzare i sistemi di risposta per identificare e neutralizzare gli incidenti nel minor tempo possibile, con contromisure immediate e il ripristino di tutte le funzionalità. Questo nuovo paradigma, chiamato “Automatic Cyber Defense IT e OT”, rappresenta il futuro della resilienza informatica.

Soluzioni per Ambienti di Lavoro Ibridi

Con l’avvento del lavoro ibrido, la protezione dei dati ha acquisito nuove dimensioni e sfide. Il modello tradizionale di backup aziendale non è più sufficiente quando i dipendenti operano da diverse ubicazioni, utilizzando dispositivi personali e reti non protette.

Protezione dei dati per lavoratori remoti
Gli studi dimostrano che la presenza di dipendenti che lavorano da casa aumenta la frequenza degli attacchi informatici del 238%. Questo rischio significativo richiede strategie specifiche per salvaguardare i dati in contesti remoti.
Innanzitutto, l’utilizzo di una VPN è fondamentale. Questa tecnologia cifra tutti i dati attraverso le reti, rendendo praticamente impossibile per gli hacker intercettare informazioni sensibili. In questo modo, i dipendenti possono connettersi a qualsiasi rete in modo sicuro, anche quando lavorano da spazi pubblici.
A differenza dei dispositivi aziendali, quelli personali raramente dispongono degli stessi controlli di sicurezza. Per questo motivo, è necessario implementare politiche chiare sull’utilizzo di dispositivi e sistemi al di fuori del perimetro aziendale.

Sincronizzazione tra dispositivi e cloud
Molti confondono la sincronizzazione con il backup, ma sono concetti molto diversi. Secondo le statistiche di Zippia, il 94% delle imprese utilizza servizi cloud e il 48% sceglie di archiviare i dati più importanti su cloud.
Durante la sincronizzazione, i dati vengono sincronizzati (non copiati) tra due dispositivi. Eventuali modifiche si riflettono su entrambi e le versioni precedenti vengono eliminate. Pertanto, se un file viene cancellato o danneggiato su un dispositivo, lo stesso accadrà nell’altro.
Servizi come Google Drive, Dropbox e OneDrive permettono di mantenere i dati costantemente aggiornati tra dispositivi diversi. Particolarmente utile per i team remoti, questa funzionalità consente ai membri di collaborare efficacemente anche quando lavorano da luoghi diversi. Tuttavia, è importante integrare questi strumenti con vere soluzioni di backup per garantire la protezione completa dei dati.

Gestione centralizzata dei backup distribuiti
La gestione centralizzata rappresenta la risposta più efficace alla complessità degli ambienti di lavoro ibridi. Con questa strategia è possibile:

  • Automatizzare le distribuzioni risparmiando 3-4 ore per ogni operazione
  • Applicare policy di backup coerenti in tutta l’organizzazione
  • Monitorare lo stato dei backup attraverso un’unica interfaccia

Allo stesso tempo, l’archiviazione geograficamente distribuita dei backup offre un livello di protezione superiore. In caso di incidente grave, i dati possono essere rapidamente ripristinati da un’altra località, garantendo continuità operativa.
Soluzioni come Arcserve Backup offrono visibilità e controllo completi da un’unica console di gestione per ambienti enterprise, indipendentemente dalla piattaforma utilizzata. In questo modo, anche in contesti ibridi e multi-cloud, è possibile gestire efficacemente come gestire backup senza sacrificare sicurezza o efficienza.

Evoluzione della Tua Strategia di Backup

La strategia di backup evolve costantemente, richiedendo aggiornamenti e miglioramenti continui per mantenere la resilienza del business. Un approccio strutturato all’evoluzione del tuo sistema di protezione dati può fare la differenza tra sicurezza effettiva e vulnerabilità.

Da principiante a esperto: roadmap di implementazione
Il percorso verso una gestione avanzata dei backup inizia con fondamenta solide. La regola classica 3-2-1 (tre copie dei dati, due supporti diversi, una copia offsite) rappresenta il punto di partenza, ma oggi gli esperti raccomandano l’evoluzione verso il modello 3-2-1-1-0. Quest’ultimo aggiunge una copia offline/immutabile e zero errori nei processi di ripristino, fondamentale nell’era dei ransomware.
Per una roadmap efficace:

  • Fase iniziale: Implementazione di backup regolari con verifiche di integrità
  • Fase intermedia: Automazione dei processi e integrazione con strumenti di sicurezza
  • Fase avanzata: Adozione di soluzioni immutabili e testing proattivo dei ripristini

Adattamento alle crescenti esigenze aziendali
L’enorme crescita dei dati impone alle organizzazioni di moltiplicare le azioni di backup e disporre di spazi di archiviazione sempre più capienti. Inoltre, normative come il GDPR stabiliscono requisiti specifici per la conservazione dei dati, complicando ulteriormente la gestione del backup.
Un approccio proattivo include:

  • Analisi approfondita dei dati per comprenderne volumi, criticità e frequenza di modifica
  • Definizione di obiettivi RTO e RPO calibrati sui requisiti aziendali
  • Ottimizzazione dello spazio di archiviazione con tecniche di deduplicazione e compressione

Tecnologie emergenti nel campo del backup
Le soluzioni di backup stanno vivendo un’intensa fase di innovazione. Nel 2024, assistiamo all’integrazione sempre maggiore di intelligenza artificiale e machine learning nei sistemi di protezione dati. Questi strumenti permettono di analizzare enormi volumi di dati in tempo reale, identificando anomalie che l’occhio umano non potrebbe rilevare.
Altre innovazioni significative includono:

  • Storage ad oggetti immutabili che offrono protezione contro ransomware
  • Protezione continua dei dati invece delle tradizionali finestre di backup
  • Automatizzazione basata su IA per ottimizzare i programmi di backup

L’analisi avanzata del dato di backup è diventata cruciale perché consente di ridurre gli impatti di un attacco e accelerare i tempi di ripristino, escludendo i dati compromessi.

Conclusione

Proteggere i dati aziendali richiede un approccio strategico e completo. L’analisi approfondita dei rischi, costi e benefici dimostra chiaramente quanto sia cruciale implementare soluzioni di backup robuste e automatizzate.
Certamente, gli investimenti necessari per una strategia di backup efficace possono sembrare significativi. Tuttavia, considerando i potenziali danni finanziari, reputazionali e legali di una perdita dati, questi costi rappresentano un’assicurazione fondamentale per la continuità aziendale.
L’automazione dei processi, unita all’integrazione con strumenti di cybersecurity e soluzioni per il lavoro ibrido, crea un sistema di protezione completo. Questo approccio multilivello garantisce la massima sicurezza dei dati, indipendentemente da dove e come vengono utilizzati.
La tecnologia evolve rapidamente e le minacce informatiche diventano sempre più sofisticate. Quindi, mantenere aggiornata la propria strategia di backup non è più un’opzione ma una necessità assoluta per ogni organizzazione che vuole prosperare nell’era digitale.
Ricordiamo che la vera domanda non è se accadrà una perdita di dati, ma quando. Prepararsi adeguatamente oggi significa garantire la sopravvivenza e il successo della propria azienda domani.

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